Il Cammino di Marta

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Intervista a Marta Osti a cura di Romina Santini

Marta Osti è una psicologa e donna con disabilità che in diverse occasioni ha sfidato la SMA (atrofia muscolare spinale) con un coraggio disarmante. Marta vive a Milano e più di tre anni fa incontra, in vacanza nel Salento, Francesco. Fra i due nasce subito una profonda amicizia che li porterà a vivere grandi emozioni e avventure. Ciò che li accomuna è l'amore per l'acqua. Francesco è un apneista e a Marta piace immergersi fin da quando era bambina ma non avrebbe mai pensato di potersi tuffare in mare aperto in mezzo al blu. Lei dice: "Stare in mare e fare apnea è una delle cose che preferisco, mi fa sentire libera e sott’acqua, nel blu, c’è una pace, un silenzio, una tranquillità che si può capire solo provando. È un momento magico".

Marta però non si ferma e decide di intraprendere una nuova, grandiosa avventura. Nel 2015, infatti, assieme a Francesco percorre 300 km a piedi per fare il Cammino di Santiago de Compostela. Di fronte ad un'esperienza così importante abbiamo pensato di rivolgerle alcune domande.

 

Come è nato il desiderio di fare il Cammino di Santiago?

Alcuni miei amici lo avevano fatto e mi ha sempre affascinato, ma non ho mai minimamente pensato di poterlo fare. Poi, un giorno durante una telefonata con Francesco lui mi ha detto che avrebbe voluto farlo e io ho risposto “che figata, anch’io” e lui mi ha detto “bene andiamo insieme". All’inizio pensavo che scherzasse e invece era serio. Ci ho messo un paio di mesi a rispondere, ma poi non ho voluto perdere l’occasione.

Come è nata la fiducia totale nei confronti di Francesco tanto da farti aiutare in tutto, anche negli aspetti più intimi?

La fiducia in Francesco c'era già, mancava solo la parte più intima, ma per lui non era assolutamente un problema. Per evitare l'imbarazzo abbiamo deciso di non fare prove, ma di affrontare la questione nel momento del bisogno (all'aeroporto di Madrid). Poi durante il cammino sei costretto a perdere ogni inibizione. Per me la vera libertà è riuscire ad affidarmi alle persone senza paura perché è attraverso gli altri che posso essere libera. Nulla è facile, ma il coraggio più di ogni altra cosa mi rende libera.

Quali sono le difficoltà tecniche che hai incontrato lungo il Cammino? Il percorso è accessibile  alle persone con disabilità?

Il cammino tradizionale non è accessibile perché sono tutti sentieri sterrati, noi ogni tanto lo abbiamo fatto ma con difficoltà. Abbiamo seguito quasi sempre il percorso delle bici che è tutto su asfalto quindi non è bello né sicuro perché è a bordo strada. La maggior parte degli ostelli ha bagni e camere per disabili, ma quest'ultime hanno quasi sempre letti a castello e quindi non comodi. Pagando poco di più si possono prenotare le singole, ma non sempre sono disponibili. Per fare un percorso del genere bisogna avere molto spirito di adattamento e partire con qualcuno forzuto. Lungo il cammino comunque si trova tanta solidarietà.

Dove hai trovato il coraggio di sfidare la SMA?

Il coraggio di sfidarla mi viene dal fatto di non voler rinunciare a nulla, dal cercar di vivere più esperienze possibili.

Cosa ti ha trasmesso quell'esperienza?

Mi ha fatto capire che, anche se molto difficile, a volte è bello spingersi oltre e che la cosa più importante in assoluto è la forza di volontà e l'equilibrio interiore.

Se dovessi raccontarti con una citazione quale sceglieresti?

La vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare.

Marta e Francesco a Santiago de Compostela
Ritratto di gruppodonneuildm

gruppodonne